sabato 17 maggio 2014

Qual'è il tempo utile per dimagrire?

Quello impiegato per immolarsi a diete sacrificali fai-da te che assai
raramente portano al risultato sperato? O quello sufficiente per farci perdere il "peso", ma quello sbagliato, ossia la massa magra (fisiologicamente più pesante del grasso)? Quel tempo cioè assolutamente insufficiente (metabolicamente parlando) per cambiare completamente forma, o per raggiungere un improbabile obiettivo (perché troppo diverso da noi)  in tempi troppo brevi, ma tale da crearci stress da confronto, che poi diventa stress da disattesa del risultato non raggiunto, che poi si trasforma in...mortificazione e disincanto?

E se "il tempo utile" fosse invece quello impiegato  per "sgonfiarci" (di liquidi e "di pancia") velocemente, dando una sferzata al nostro metabolismo, inizio di un rinnovamento del nostro corpo, e allo stesso tempo, fonte di gratificazione e di stimolo per perseguire e ritrovare il peso forma in modo duraturo e realistico?

Avrete fatto caso, camminando per la strada ogni giorno, che ognuno di noi è diverso dall'altro per aspetto fisico, fatto di dettagli specifici:
-diversi rapporti tra lunghezza degli arti e del tronco;
-tendenza ad accumulare peso nella parte alta del corpo oppure sulla pancia o sui fianchi o sulle cosce;
-diversa forma del viso: parte inferiore della bocca preponderante, oppure prevalente componente del tratto respiratorio o di quello cerebrale con maggior estensione della fronte.

Sicuramente vi sarete accorti di queste differenze.
Quello che però non è altrettanto lampante e conosciuto, è che a ogni caratteristica fisica su descritta, corrisponde non solo una personalità e un conseguente temperamento comportamentale ben specifici, ma anche un "assetto ormonale e metabolico" ben definito e individualizzato (tutti questi aspetti, tra l'altro, sono geneticamente determinati, fin dalla nascita).

E' proprio l'individualità, in questo caso metabolica,  a determinare le caratteristiche proprie di ciascun soggetto per tendenza ad ingrassare, a dimagrire, o a gonfiarsi. O ancora, a vivere male la quotidianità perchè troppo spesso, per esempio, afflitto da disturbi intestinali o di digestione, di ritenzione idrica, di intolleranza alimentare, etc etc.
Studi recenti di morfopsicologia e psiconeuroendocrinoimmunologia, definiscono come nel sottile equilibrio tra mente e corpo, vi può essere una predisposizione primariamente mentale al rischio di sovrappeso o problemi di obesità o comunque di alterata percezione del proprio corpo (disturbo alimentare psico emotivo) o invece primariamente metabolica (disturbo ormonale o metabolico).
Accade così che determinati individui siano soggetti più facilmente ad un alterato rapporto con il cibo di origine "mentale": per senso di insicurezza, bassa autostima, sorta di rifugio, o anche solo di tensione emotiva e sovraccarico di stress. Altri invece nascono con una predisposizione spiccata a trattenere liquidi (e in determinate parti del corpo rispetto ad altre), ad accumulare grasso, e ad "infiammarsi" di più o di meno (proprio per metabolismo basale ormonale di un tipo piuttosto che di un altro).
L'attuazione di uno stile di vita, comprendente quello alimentare, in parte individualizzato, fa si che si intervenga dall' "ambiente" (e cioè da ciò che è esterno al nostro DNA), con modifiche a carico per esempio del cibo da preferire, del tipo di attività fisica, o delle modalità di adattamento e resistenza allo stress, che diventano, a tutti gli effetti, strumenti Anti Aging.
Provate ad indentificarvi in una costituzione ed a attuare (e siamo ancora in tempo per l'estate!) semplici ed pratici cambiamenti alle vostre abitudini alimentari per ottenere velocemente risultati efficaci, e rispettosi della vostra individualità metabolica! Ne sarete contenti e persevererete, nel risultato ottenuto.


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