mercoledì 4 febbraio 2015

l'"ambiente" e la nostra tiroide


Molti sanno che la tiroide è una delle ghiandole più importanti del nostro organismo: nota per il suo principale ruolo nel controllo del metabolismo, e quindi della capacità ad ingrassare o a dimagrire, è anche il principale controllore del nostro consumo cardiaco (frequenza cardiaca e consumo di ossigeno), della nostra attività cerebrale (lucidità mentale e capacità cognitive, consumo di energia e produzione di radicali liberi, anche a questo livello), e della funzionalità intestinale (stitichezza o regolarità).
Pochi sanno però, probabilmente, che non è solo la familiarità, e quindi il nostro Dna con cui nasciamo a stabilire se nel corso della nostra vita la tiroide tenderà a funzionare bene o male, ma anche la vita di ogni giorno.
Abitudini alimentari, sostanze inquinanti, modalità individuali di provare emozioni, stress fisici acuti, sono i principali fattori che regolano la salute della nostra tiroide: anche con un DNA identico, come accade nei gemelli "omozigoti" infatti, in cui vi sia "scritta" la famigliarità a sviluppare, da adulto, una forma di tiroidite cronica (per esempio la tiroidite di Hashimoto, anticorpo mediata) , la possibilità di svilupparla o meno dipenderà dai fattori sopra elencati.

Per evitare confusioni, ricordo che la tiroide si può "ammalare" perchè colpita da anticorpi che il nostro corpo auto produce, per una sorta di Tilt immunitario, portando a una forma di tiroidite cronica, oppure perchè "offesa" da uno stress acuto, come un fatto virale, uno strapazzo fisico, una dieta sbagliata, etc, sviluppando invece una forma di tiroidite (o infiammazione della tiroide) acuta. In entrambi i casi il problema può porsi come un difetto di funzionalità della ghiandola (Ipotiroidismo, M di Hashimoto nella causa autoimmunitaria) o di eccesso (Ipertiroidismo, M. di Basedow nella causa autoimmunitaria). 
Nel corso della vita però, piccole variazioni ancora fisiologiche della funzionalità della tiroide, rientrano nella capacità di questo organo di adattarsi all'ambiente, ossia alle esigenze dell'organismo in risposta a richieste specifiche (maggior impegno di lavoro, affettivo etc). E la lettura appropriata di questa condizione è fondamentale, per capire e individuare questo momento naturale e protettivo di reazione, come un aiuto invece che come una patologia da sopprimere con, per esempio l'intervento intempestivo e precoce di un farmaco. E' il caso per esempio, in cui si riscontrano tra gli esami del sangue, la sola alterazione del TSH (ormone messaggero con cui il cervello impone un ritmo di lavoro alla tiroide, a seconda appunto delle esigenze), con normalità invece degli ormoni veri e propri (l'Ft3 -parte attiva dell'ormone-, e l'Ft4 -parte che deve essere attivata, a livello del fegato-). Un esempio molto diffuso in cui queste alterazioni, ancora fisiologiche, si possono riscontrare, è in una contestuale condizione di  anemia: il ripristino di normali valori del sangue (della emoglobina o dei globuli rossi) porta a un riequilibrio della tiroide (la cui sostituzione precoce con farmaco esterno, senza la preventiva correzione della anemia comporterebbe, invece, insorgenza di patologia cronica della tiroide stessa!).

Se fino a poco tempo fa era noto solamente lo IODIO, quale fattore ambientale, in grado di incidere sullo sviluppo di patologie della tiroide (la sua carenza in ambienti di montagna per esempio si può associare a situazioni di ipotiroidismo), ora l'EPIGENETICA (la scienza che studia in che modo e da quali fonti, l'"ambiente" in cui viviamo è capace di condizionare il nostro DNA) ci insegna in modo approfondito e scientifico, che molte sono le sostanze e i fattori che condizionano l'equilibrio di questa ghiandola.
Tra questi, i così detti "Interferenti Endocrini" giocano un ruolo importante. Sono chiamate così sostanze, di natura chimica, o naturale provenienti dal mondo vegetale, in grado di portare a disequilibri della funzionalità tiroidea mimando o sostituendo l'ormone stesso, oppure agendo sul suo recettore (che rappresenta il bersaglio dell'azione ormonale). Tra questi alcuni pesticidi, alcuni conservanti, alcuni saporificatori, alcuni composti liberati dagli utensili che noi usiamo quali per esempio i rivestimenti in plastica (è consigliabile evitare il contatto di recipienti in plastica con sostanze acide o comunque per lungo tempo), alcuni antibiotici o ormoni utilizzati nelle catene alimentari soprattutto di prodotti  proteici di origine animale (prevalentemente la carne) o casearia.

Oltre a questi però gli stessi alimenti o micronutrienti della nostra alimentazione quotidiana , o altri fattori apparentemente innocui, possono rappresentare un aiuto oppure una silenziosa minaccia, al mantenimento dell'equilibrio della nostra tiroide.
Di seguito alcuni esempi.

Tiroide, cibo ed altre sostanze:

Sostante ad azione frenante la tiroide:
-Mercurio e metalli tossici: attenzione al mercurio contenuto nei pesci prevalentemente di taglia grossa (spada, tonno); è preferibile non mangiarli più di una volta alla settimana;

-eccesso di calcio: pasti troppo ricchi e ripetuti in latticini rallentano la funzionalità tiroidea! E' sbagliato consigliarne l'uso eccessivo in pre e post menopausa, periodo metabolicamente molto sensibile ad una fisiologica riduzione della funzionalità della tiroide stessa. In questa epoca infatti,  in cui prioritario è il mantenimento di un equilibrio ormonale residuo oltre che del tessuto osseo e delle mucose, una dieta troppo ricca in grassi saturi e minerali quali il calcio e il fosforo (in rapporto svantaggioso) può comportare un paradossale rallentamento del metabolismo in generale e di quello tiroideo, per una azione diretta del calcio in eccesso ma anche per una ridotta attivazione degli ormoni tiroidei ad opera del fegato (a sua volta più "pigro" nella sua funzione di drenaggio, per una più frequente condizione di sovrappeso presente in questa età);

-antagonisti  nutrizionali: soia, verdure appartenenti alla famiglia delle Crucifere (cavoli. Cavoletti di Bruxelles, rape, senape, broccoli). 

- minerali: Rame, Litio

-Diete sbagliate: diete iperproteiche per periodi prolungati; o dimagrimenti eccessivi in tempi 

brevi. Questo spiega il motivo per cui quando ci mettiamo "a dieta" possiamo incorrere in un 

periodo di blocco metabolico.

Cibi favorenti la funzionalità della tiroide:

- pesce e crostacei ricchi in Iodio, Zinco, Selenio. Un pasto a base di pesce alla sera è molto utile per favorire la fisiologica funzione della tiroide.
- cereali non raffinati: ricchi in Selenio e Magnesio
-alghe: Dulse, Spirulina,Wakame, Nori, Kombu: un ciuffo di queste alghe disidratate (si trovano nei negozi biologici) assunto 3 volte alla settimana, in insalate o zuppe, favorisce il corretto apporto di iodio.
-verdure e alimenti contenenti Ac.Fitico e Ossalico che bloccano il Calcio sono gradite per favorire la tiroide: Rabarbaro, Spinaci, Bietole, Cereali integrali, Legumi.


Tiroide ed emozioni:
 paura di non essere all'altezza, paura di offendere o ferire qualcuno, paura di esprimere le proprie esigenze. Studi recenti dimostrano che lo stress cronico legato alla persistenza di tali emozioni, funge da subdola e afinalizzata attivazione di ormoni "salva vita" quali il cortisolo e la prolattina, in grado di condizionare, indirettamente, anche la funzionalità della tiroide.


La sensibilità della tiroide all' "ambiente esterno" e' quindi molto alta. E' per questo che occasionali, o casuali riscontri laboratoristici di piccole alterazioni della sua funzionalità, possono essere del tutto fisiologici! La normale e reattiva risposta di un temporaneo adattamento della tiroide allo stress vissuto o ad altri fattori, corrisponde infatti, dal punto di vista laboratoristico, alla sola alterazione del TSH, ormone che il cervello usa per indurre un feedback positivo o negativo della tiroide (che produce gli ormoni veri e propri FreeT3, metabolicamente più attivo e Free T4) a seconda che questa tenda a funzionare poco o molto.
Bloccare precocemente questa risposta, potenzialmente fisiologica non fà che indurre patologia da medicalizzazione eccessiva.
L'approccio integrato con un educazione alimentare,  una consapevole scelta di adeguata terapia o altro presidio contenente sostanze ad azione modulatrice della tiroide, e, non ultimo d'importanza, il supporto ad un eventuale disagio emotivo (di tipo floriterapico, fitoterapico, psicoterapeutico o omotossicologico), rappresentano dei validi strumenti utili per il mantenimento o il ripristino dell'equilibrio tiroideo.