martedì 26 aprile 2016

I falsi miti ( seconda parte): il controllo del colesterolo in eccesso

Il colesterolo circolante nel nostro sangue, deriva dall'equilibrio di tre dinamiche:
-assorbimento (intestino), dal cibo ingerito
-produzione endogena (fegato)
-eliminazione ( attraverso la bile che viene riversata nell'intestino).

Nella medicina tradizionale, o farmacologica, esistono solo due metodi per abbassare il colesterolo: i farmaci che ne impediscono o riducono la formazione da parte del fegato ( le statine); e i farmaci (resine) che ne sfavoriscono l'assorbimento da parte dell'intestino; c'è poi una categoria di farmaci che lavorano nello sfavorire il deposito di colesterolo in eccesso nella colecisti e conseguente formazione di calcoli biliari.
Nella medicina Integrata, invece, abbiamo a disposizione anche altri strumenti per riequilibrare il livello del colesterolo nel sangue, agendo in modo più complesso e completo, sui fattori che lo influenzano.
Per abbassare il colesterolo 'cattivo'(LDL) in eccesso, è' possibile infatti agire su:

- la produzione da parte del fegato: con la fitoterapia, e cioè con l'uso di derivati vegetali che fungono da veri e propri farmaci. Ad esempio il RISO ROSSO FERMENTATO, che ha, tra i suoi principi attivi, la monacolina che agisce sullo stesso meccanismo enzimatico che è il bersaglio d'azione delle statine (l'HMGCoa Reduttasi, che svolge la sua maggior attività nelle ore serali, orario da considerare sia per la somministrazione del farmaco, che del rimedio, che della scelta alimentare). Come queste infatti, la monacolina è' in grado di abbassare il colesterolo del sangue, ma anche di depauperare le scorte di un enzima, il Coenzima Q 10, importantissimo per la 'salute' e l'efficienza di altri sistemi enzimatici indispensabili non solo per la salute di tutte le cellule ( e co-fattori nel l'insorgenza degli effetti collaterali quali i dolori muscolari e l'incremento del CPK o enzima muscolare), ma anche per la sua azione di protezione nei confronti dei geni deputati ad un buon invecchiamento ( vitageni). 
Per entrambe le terapie ( quella farmacologica e quella fitoterapica) sarà' quindi importante l'associazione prescrittiva con il Coenzima Q 10. Paradossalmente questa, oltre che con minor effetti collaterali, si trova già in commercio per il riso rosso, e non per le statine.

sull'assorbimentonon tanto a livello intestinale, quanto a livello dei recettori presenti sul fegato per le LDL ( deputati alla loro ricezione e quindi capacità di regolazione della messa in circolo del colesterolo o del suo sequestro, e quindi riduzione), e sull' azione di produrre e rendere fluida la bile, con cui il colesterolo viene eliminato, ci sono, nella medicina Integrata diversi aiuti che provengono dalla terapia vegetale ( fitoterapia e nutraceutica), e da quella omeopatica (!).

Piante come il tarassaco, il cardo mariano, il carciofo, hanno una specifica azione sulla produzione ed eliminazione della bile ad opera delle cellule preposte del fegato  ( funzione coleretica e colagoga), rappresentando un importantissimo aiuto nella eliminazione del colesterolo in eccesso e nel contrastare  il deposito di quello presente ( associato alla formazione dei calcoli biliari colestrolinici).
Di più recente scoperta, la Berberis, la Banaba, il Makino, e la Momordica... Svolgono una efficace funzione non solo nel ridurre la messa in circolo delle LDL ( favorendone anche l'eliminazione), ma anche nello scongiurare fenomeni di infiammazione intra cellulare all'interno del fegato, responsabili dell'insorgenza di situazioni pre patologiche come la Steatosi, o patologiche come la fibrosi epatica (cirrosi), e di controllo del metabolsimo degli zuccheri.
Ancora, la Curcuma, radice gialla da cui si ottiene sia una polvere, che un estratto ( secco in pastiglie, e fluido nella Tintura Madre) ha importantissimi funzioni integrate nella protezione nei confronti del colesterolo in eccesso:
- funzione anti ossidante, direttamente delle proteine trasportatrici del colesterolo, ma anche della parete dei vasi sanguigni, sfavorendo la formazione della placca aterosclerotica
- funzione coleretica ( di stimolo alla produzione della bile,e quindi sua eliminazione)
- funzione di ri captazione delle LDL ad opera del fegato con conseguente eliminazione.

In omeopatia, esistono rimedi come il :
- Colestrinum ( rimedio tipico della tendenza alla formazione di calcoli di colesterolo)
-Lycopodium: questo è uno dei rimedi più importanti in Materia Medica Omeopatica, perché rappresenta sia un 'rimedio di fondo' che un rimedio dell'acuto. Con questo si intende che nel secondo caso, il Lycopodium viene utilizzato per sfavorire sintomi legati ad una difficoltà digestiva di origine epatica, con aspetti quali la stitichezza e la costipazione, con gonfiore intestinale, senso di pesantezza addominale e soprattutto al fianco destro, gusto amaro in bocca, soprattutto al mattino, e forte stanchezza ( segno tipico di sofferenza del fegato). Nella prima accezione invece, per rimedio di fondo si intende, uno specifico con funzione di riequilibrio del 'terreno' individuale del soggetto, corrispondente a quella caratteristica generica del soggetto, che ne contraddistingue gli aspetti fisici, psichici e di tendenza metabolica e ormonale. Per il Lycopodium il quadro caratteristico è' quello di un soggetto  con forte capacità cerebrale, che, come per tutti gli aspetti del nostro organismo, può rappresentare un vantaggio o uno svantaggio, a seconda dello stato di equilibrio: in una fase di compenso ( chiamata 'stenica' in omeopata) , questo si caratterizzerà per spiccata efficienza cognitiva, creativa, intellettuale, e sociale. Nella fase 'astenica' invece, tipica di situazioni di stress prolungato, o di un vissuto del soggetto già condizionante, questo si assocerà ad un atteggiamento di eccessivo controllo ( di se' stesso, delle proprie modalità di reazione - o non reazione-, e dell'interazione sociale), con aspetti dell'umore di spiccata tendenza depressiva. A questi aspetti più ' mentali -emotivi-  si assoceranno segni e sintomi tipici di questo rimedio, rappresentati dalla sua 'insufficienza epatica lieve ' di fondo: ossia, la funzione digestiva, e quindi il giusto assorbimento dei grassi, la giusta funzione intestinale etc, che sicuramente non rappresentano il punto forte di questo rimedio ( con anche possibilità di presenza di emorroidi, di calcoli biliari, e di stitichezza).

Nella nostra quotidianità però, anche dall'alimentazione provengono aiuti efficaci nel giusto controllo del colesterolo:
-non solo, grossolanamente, riducendo gli alimenti noti che più ne sono ricchi ( *formaggi, salumi, dolci in primis)
- ma anche conoscendo alcune ' strategie' che ne riducono l'assorbimento, quali per esempio: 

.far precedere al primo piatto, una porzione di verdure crude: questo, oltre a favorire il senso di sazietà (che altrimenti viene colmato con un eccesso di alimenti più pesanti) riduce, per il contenuto di fibre delle verdure, l'assorbimento di colesterolo e grassi in eccesso;

.ridurre l'assunzione di primi piatti alla sera: indipendentemente che questi siano infatti tra quelli' incriminati' come apportatori di grassi sbagliati e colesterolo*, i cereali raffinati come il frumento non integrale (la farina bianca, e i derivati come pasta, pane etc) concorrono ad appesantire il fegato, organo, core già accennato responsabile della produzione del nostro colesterolo endogeno, in particolare nel l'orario serale. Questo significa che pasti serali anche solo a base di primi piatti 'semplici'  (come la pasta bianca) assunti ogni sera, possono favorire l' incremento del colesterolo nel sangue, non legato ad un eccesso di grassi nella dieta, ma a un orario sbagliato di altri cibi 'apparentemente innocui' (!)

. L'uso di verdure amare, di accompagnamento di secondi piatti più grassi e acidi ( come la carne rossa per esempio) alla sera, o come condimenti di primi piatti, favorisce una buona attività del fegato e quindi una sua efficienza digestiva ( il gusto amaro, ha proprio questa azione di stimolo della funzione epatica): carciofo, finocchio, rucola, tarassaco, radicchio e radicchietto, tra quelle crude, o costa, cicoria, radicchio tra quelle cotte.

.l'uso dei semi oleosi ( Lino, girasole, sesamo, zucca, canapa etc) e frutta secca ( noci, noccioline, mandorle, pinoli), olii ( extra vergine di oliva, di semi di lino): apportatori di importanti vitamine e sali minerali, servono per attivare il metabolismo, e sfavorire l'assorbimento del colesterolo cattivo in eccesso, incrementando, contestualmente quello buono. L' importante è' farne un uso appropriato, perché si associano all' introito inevitabile di una quota cospicua di grassi (anche se 'buoni'), da tenere in considerazione nei programmi di dimagrimento.

- l'attività fisica: un esercizio fisico di tipo aerobico, oltre a stimolare la produzione di ormoni, le endorfine, vere e proprie fonti di piacere per il nostro cervello, è' in grado di favorire non solo il dimagrimento efficace, con scioglimento dei grassi di riserva, se necessario, ma anche l'incremento del colesterolo buono, o HDL:
una camminata a passo veloce dai 20 ai 60 minuti, anche ogni giorno se possibile;
Il Nordic Walking: attività fisica che permette un dolce allenamento cardiovascolare, un impegno non di tipo aggressivo muscolare e osseo articolare, ma capace di sfavorire l'insorgenza o la progressione dell'osteoporosi, e che permette un consumo metabolico, pari al 30% in più della semplice camminata, senza racchette.
Il ballo.

Fatevi consigliare il giusto approccio personalizzato, comprensivo di una terapia di drenaggio fitoterapica e nutraceutica mirata, dal vostro medico olistico.

venerdì 22 aprile 2016

i falsi miti (l'ipocolesterolemia per forza)


Ogni giorno siamo bombardati da informazioni, più o meno giuste, più o meno veritiere e rispettose della realtà. Troppo spesso e in particolare per quanto riguarda la salute, queste appaiono invece, paradossalmente, approssimative, superficiali e inevitabilmente depersonalizzate, risultando, per questo motivo, quasi sempre fonti di incomprensione o di una sorta di,  terrorismo mediatico. In altro post avevo parlato dell'illusione dei cibi light.
 In occasione del mio intervento nel programma su Radio Rai 1(il Laboratorio del Benessere), ieri ho parlato di quella che molto spesso, rappresenta tristemente una informazione riguardante il colesterolo, non solo approssimativa e perciò sbagliata, ma addirittura controproducente per la salute. Questo accade quando il messaggio che arriva, per quanto riguarda il colesterolo per esempio, è quello che per forza dobbiamo abbassarlo. O meglio, che bisogna abbassarlo se il suo valore è maggiore a 200....
La cosa triste e pericolosa non è che, per dirlo, contestualmente si consiglia l'utilizzo di un probiotico (yogurth); ma il fatto che non distinguendo dal totale il colesterolo "cattivo" (ossia LDL) e quello "buono" (l'HDL), non si dà a chi ascolta, la possibilità di capire e discernere. Dando un messaggio (di avere il colesterolo alto, senza distinzione se questo sia quello buono o quello cattivo)  che, anche nel momento in cui la persona si rivolge al proprio medico, spesso non trova una spiegazione o un chiarimento efficace; portandolo di conseguenza a utilizzare farmaci che abbassano il colesterolo.
Il colesterolo, ci dimentichiamo, è una molecola presente in diversi tessuti del nostro organismo, in particolare nel cervello, fondamentale per alcune funzioni indispensabili: 


  • fa parte integrante delle membrane cellulari: membrane di rivestimento di ogni cellula, la cui fluidità e quindi ottimizzazione di funzione (di scambio di informazioni fisiche, chimiche e elettriche ) dipende dalla formazione strutturale. Oltre alle molecole di colesterolo, che fungono da vere e proprie zattere immerse in questo strato fluido (in cui si trovano altre molecole come proteine etc) adibite al trasporto di informazioni, anche alla qualità dei grassi in essa presenti (fosfolipidi e lipidi di membrana)  si deve la capacità della membrana stessa di svolgere le sue funzioni o meno. Meno "grassi buoni" ci sono e più grassi "sbagliati" (Colesterolo ossidato, grassi saturi, grassi idrogenati) ci sono, più rigida sarà la membrana, e meno funzionale (con conseguenze, per esempio al livello del tessuto cerebrale, di perdita delle capacità cognitive, di neuroastenia o variazioni dell'umore, difficoltà di concentrazione etc)
  •   da esso deriva il capostipite della maggior parte degli ormoni: il PREGNENOLONE. Da cui si formano gli ormoni steroidei (come il CORTISOLO, o ormone salvavita o dello stress), quelli SESSUALI (testosterone, progesterone, estrogeni), l'ormone DHEA (chiamato anche ormone della giovinezza), e la Vit D (considerata, nei recenti studi di medicina preventiva, non solo una vitamina con importanza cruciale nell'assorbimento e metabolismo del calcio, ma vero e proprio ormone con attività antitumorale e anti depressiva).
  • Il colesterolo circolante nel sangue, si trova legato a proteine particolari che, a seconda della loro composizione, si distinguono in VLDL, LDL e HDL. Dagli esami di laboratorio che ognuno di noi può leggere almeno una volta nella vita, si valuta il valore delle ultime due. In particolare, le LDL corrispondono al "colesterolo cattivo" perchè sono quelle che trasportano il colesterolo nei vasi e lo depositano sulle pareti di questi, favorendo la formazione di placche aterosclerotiche (responsabili del restringimento e dell'occlusione dei vasi stessi, all'origine di malattie come infarti e ictus cerebrali); le HDL invece, o "colesterolo buono" hanno l'effetto esattamente opposto, ossia di trasporto del colesterolo dai vasi al fegato, da dove verrà eliminato (attraverso la bile, nell'intestino).
E' chiaro quindi che è indispensabile avere un giusto equilibrio di colesterolo nel sangue e che, solo nel momento in cui prevale quello cattivo, ci si adopererà prendendo la terapia anticolesterolemizzante. Normalmente il rapporto tra colesterolo totale e HDL deve essere inferiore a 5 negli uomini e inferiore a 4,5 nelle donne, indicando, ancora una volta che NON È IL TOTALE AD ESSERE IMPORTANTE, ma il rapporto oppure l'LDL calcolato; esempio: un colesterolo tot di 250 con un HDL di 85, rappresenterà un fattore di rischio di 2,94 (ossia basso); un colesterolo tot di 200, ma con un HDL di 40, si assocerà a un fattore di rischio di 5 (ovvero alto)

Nel prossimo post, come riequilibrare il colesterolo, abbassando quello cattivo e incrementando quello buono. 
            

sabato 16 aprile 2016

I nuovi orizzonti delle medicine



Anche gli organi di stampa italiani, si destano e si attivano di fronte al sempre maggior utilizzo di terapie non farmacologiche, da parte della popolazione. 
Ringrazio chi mi ha invitato, ieri, in diretta su Rai 3 per parlare di questa questione così importante.





http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-33808a36-624c-4c42-9142-2d8cb4679469.html

giovedì 7 aprile 2016

quando non solo la sostanza, ma anche la forma è importante



Riguardo alla longevità, si potrebbe riprendere una celebre frase di Woody Allen "ho smesso di fumare, vivrò una settimana in più e in quella settimana pioverà a dirotto".
Lo scopo della Medicina Preventiva, forse insospettabilmente per taluni, non è esclusivamente allungare la vita: a questo, già i progressi della medicina moderna, in termini di test diagnostici di screening per alcune (poche, ahimè) patologie, e la disponibilità di farmaci (attivi in particolare sulla funzione cardiovascolare e quella polmonare) hanno reso possibile un allungamento del tempo di sopravvivenza, fino a quarant'anni fà assolutamente impensabile.
L'obiettivo invece, più fine, sottile e perciò anche auspicabile per ognuno di noi, della Medicina antiAging, è MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA VITA, e arrivare si, al tempo della vecchiaia, ma in condizioni che ci permettano una vita dignitosa e felice: in termini di prestazioni fisiche, sociali-affettive e cognitivo comportamentali (Rowe J. W. Kahn RL. successful Aging Gerentologist.37(4):433-40,1997).

Poco servono a tal riguardo, i consigli più semplicistici e a volte banali, come il pensare positivo, il dedicare il giusto tempo a se stessi, l'esprimere le proprie emozioni; oppure il mangiare "in modo sano", il fare attività sportiva. Poco servivano in realtà, fino a poco tempo fà, perchè venivano detti in un contesto sbagliato o approssimativo, una demotivazione, o un pour parler, risultando alla fine troppo semplici per essere anche efficaci.

In realtà gli studi scientifici recenti, continui e aggiornati, ci permettono di dare una chiave di lettura, di interpretazione e quindi di possibile intervento, su quelli che rappresentano i meccanismi propri alla base del "cattivo invecchiamento, o invecchiamento non di successo".
Quello per esempio che porta a vivere fino a 90 anni, accompagnati però sin dall'età di sessanta anni, da una condizione di osteoporosi che invalida l'efficienza strutturale o funzionale motoria del soggetto (e quindi le sue relazioni sociali); oppure quello che nello stesso tempo cronologico, si associa alla comparsa di una qualche forma di deterioramento cognitivo (condizionante anch'essa non solo le relazioni sociali ma anche, inevitabilmente il tono dell'umore); o ancora quello che dai cinquant'anni in poi si associa a situazioni quali sintomatologie dolorose, inefficienze motorie o mentali, o dipendenza da farmaci necessari al controllo di uno stato di sovrappeso o di obesità, magari legato "semplicemente" a una alterazione ormonale presente precocemente ma non vista e quindi non corretta per tempo. E così via.

Voglio riportarvi un esempio di cosa, concretamente, rappresenta uno stimolo di lavoro e di fatica continua, nella Medicina Preventiva.
Di recente, ricercatori pazienti della SISSA (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati*) di Trieste, partendo dal potere distruttivo di alcune molecole, chiamate prioni, protagonisti del danno cerebrale nel morbo della mucca pazza, e nella corrispondente variante umana (la malattia di Creutzfeldt-Jakob), stanno lavorando alla loro ricreazione in laboratorio, per poterne meglio studiare gli effetti. In particolare, queste "molecole" risultano responsabili, della distruzione del tessuto cerebrale con creazione di veri e propri buchi, e conseguente perdita delle capacità cognitive e motorie, fino alla morte.
L'aspetto strabiliante è che questo tipo di molecole in realtà, rappresentano l'evoluzione morfologica di altre, normalmente presenti nelle cellule dell'organismo (le proteine prioniche), in particolare in quelle cerebrali.
Ciò vale a dire che da innocue, diventano aggressive e capaci di distruggere il tessuto che le accoglie, di replicarsi e di diffondersi. Alla stregua della trasformazione del Dr. Jekyll nel suo alter ego malvagio (mister Hide).
E il meccanismo tanto "semplice " e forte con cui questo avviene, è il cambiamento di FORMA!

Nel nostro organismo questo meccanismo per cui, se alcune proteine cambiano forma, diventano pericolose o dannose per la salute, è appannaggio anche di talune, responsabili di determinate malattie neurodegenerative: è il caso della proteina alfa-sinucleina nel Parkinson, della beta-amiloide e tau nell'Alzheimer, della SOD nella SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica, malattia degenerativa e progressiva dell'apparato neurologico e motorio). Il cambiamento della forma di queste proteine porta cioè, a un cambiamento di funzione e alla formazione di aggregati dotati di grande potere di diffusione e conseguente danno cerebrale. Per quanto riguarda le prime due malattie, le conseguenze sono dapprima difetti mnemonici, della sfera cognitiva di riconoscimento e di capacità di attendere a sè stessi (nella demenza) e/o contestualmente (come nel Morbo di Parkinson) dell'alterazione del tono dell'umore con progressiva depressione, per distruzione di aree cerebrali deputate all'accoglimento o smaltimento di ormoni preposti a tale funzione (come la Dopamina).
Gli obbiettivi di questi studiosi sono quelli di percepire precocemente tutti i fattori in grado di attivare queste modifiche di forma.

Da altri campi, in particolare quello della moderna nutraceutica si scopre, per contro, già da qualche anno, che sostanze come Curcuma (pigmento giallo presente nella radice di origine usata come spezia) e Resveratrolo (polifenolo presente in particolare nella buccia degli acini di uva rossa), sono in grado di interferire proprio su alcuni di questi meccanismi:

-la curcuma, per inibizione del meccanismo di produzione di tre tra le più potenti  molecole ad azione infiammatoria e di conseguente danno cellulare (impedisce infatti la trascrizione di Interleuchina 1,2 6, TNF alfa, e NF-kB), e per evitamento del cambiamento di forma della proteina alfa amiloide in beta amiloide che, una volta formatosi si deposita sulle guaine (mieliniche) di rivestimento della cellula neuronale, distruggendone la funzione;
-il Resveratrolo per attivazione invece delle molecole difensive del nostro organismo (attiva l'Interleuchina 10), dei sistemi anti ossidanti e anti proliferativi (angiogenetici) e, addirittura di accensione di "Interruttori della longevità" localizzati a livello del nostro DNA (cosiddetti vita-geni o sirtuine) .

In mancanza di fonti di laboratorio o di sintesi, anche la nostra alimentazione quotidiana, rappresenta una valida fucina di sostanze che ci aiutano in tale senso (per esempio un cucc.ino di curcuma in polvere 3-4 volte alla settimana, "a crudo" in aggiunta a alimenti quali uova, carne, pesce, zuppe) o contribuiscono all'invecchiamento sbagliato (è il caso, per esempio, di una alimentazione troppo ricca in "grassi sbagliati", zuccheri semplici, alimenti sofisticati ricchi in saporificatori, addittivi, conservanti etc).





Curcuma: a seconda delle formulazioni e titolazioni da 300 mg a 600 mg 1-2 x/die (sconsigliata in chi soffre di calcolosi biliare); 
Resveratrolo: a seconda delle formulazioni e titolazioni da 50 a 200 mg /die 
*nella figura del Dr G. Legname, come riportato nell'ultimo numero delle Scienze

la salute? è tutta una questione di ormoni

Il processo di invecchiamento, inteso come fisiologico cambiamento biologico cellulare, del nostro organismo, si caratterizza per una serie di modificazioni che avvengono progressivamente e continuamente, dalla nascita alla fine del nostro tempo. Gli studi recenti di Medicina AntiAging e Medicina Preventiva evidenziano che questo processo, non è determinato in modo esclusivo e ineluttabile dall'impronta genetica (ossia il nostro specifico DNA), ma anche, in piccola parte, dai continui cambiamenti cui lo stesso genoma ( e quindi la nostra potenziale predisposizione genetica) è sottoposto, a seconda, incredibilmente, del nostro modo di vivere: tipo di attività fisica, tipo di alimentazione, modalità di stressarsi etc.
Uno dei sistemi principali, vera e propria struttura portante di questo processo fisiologico di invecchiamento, è QUELLO ORMONALE.
Ossia alla nascita l'organismo umano è dotato di una specifica prevalenza ormonale, che, durante la crescita e l'invecchiamento, viene piano piano sostituita da un altra. Questo a prescindere dal sesso.
A seconda di quanto veloce o invece fisiologico sia il sovvertimento di questo assetto ormonale, l'invecchiamento sarà accelerato, e con esso l'insorgenza delle malattie.
Questa "struttura ormonale fisiologica" inoltre risponde a piccoli cambiamenti, relativi ai cosiddetti RITMI CIRCADIANI : il nostro stesso organismo infatti va incontro a cambiamenti ormonali fisiologici per cui al mattino, sono maggiormente attivi (ossia con picco di maggior quantità in circolo) gli ormoni deputati al controllo per esempio del metabolismo (ormone cortisolo, ormoni della tiroide) e dell' appetito (grelina), che con il progredire della giornata vengono sostituiti da altri con funzioni diverse (ormone della crescita, ormone "del benessere" DHEA, capostipite di altri ormoni sessuali, MELATONINA etc). Accanto a questi ormoni "asessuati", gli altri che contraddistinguono il genere maschile da quello femminile, ossia gli ormoni sessuali testosterone, estrogeni e progesterone in particolare , fanno parte inevitabilmente dell'assetto ormonale proprio di ognuno di noi e non risentono particolarmente delle modifiche di questo ritmo circadiano.

L'aspetto interessante è che a seconda di come non viviamo la nostra quotidianità, il ritmo ormonale fisiologico, dal risveglio al sonno, viene rispettato e quindi favorito, oppure contrastato, innescando in questo modo squilibri che sono alla base di alcuni sintomi (insonnia, sintomatologia dolorosa articolare o muscolare, cefalee, alterazioni dell'umore etc), oppure di patologie o pre patologie (sovrappeso o obesità, alterazioni metaboliche del metabolismo degli zuccheri o del colesterolo non legate al tipo di dieta, ma proprio a un effetto ormonale, alterazione della crescita per i bambini o adolescenti, fino ad alterazioni del ciclo mestruale delle donne)...e tutto questo per non aver rispettato i nostri ritmi!

Alcuni esempi:
-un alimentazione troppo ricca alla sera di alimenti a base anche solo di carboidrati complessi (primi piatti a base di farine raffinate) in soggetti non atleti, o di dolci, favorisce un incremento di ormoni (CORTISOLO e INSULINA) normalmente bassi nelle ore serali e il cui incremento, porta a uno stato di "infiammazione generale" e di sovraccarico di un organo nobile che a quest'ora deve andare a riposo, ossia il FEGATO. Questo può comportare un incremento della produzione endogena (non dipendente cioè dal tipo di dieta) di colesterolo, proprio dal fegato, e un rallentamento dello smaltimento degli zuccheri nel sangue (con incremento della cosiddetta Hb glicata) con altre conseguenze, alla lunga sul sistema cardiovascolare e sinergico ormonale in generale, che accelera l'invecchiamento e l'insorgenza di malattie.

-sempre una nutrizione "sbagliata", perchè per esempio troppo sbilanciata e ricca in zuccheri semplici e altre sostanze infiammanti di una alimentazione quotidiana troppo ricca in alimenti sofisticati, porta a un precoce sovvertimento della funzionalità sessuale maschile e femminile, in termini di aspetti funzionali come impotenza nell'uomo, o calo della libido e dolori mestruali nella donna, oppure patologici come alterazioni della sfera mestruale o della fertilità.

-ancora, un attività fisica intensa, e di tipo anaerobico  nelle ore serali, può favorire l'incremento nel sangue non di ormoni importanti per il rilassamento e il piacere tipico di un attività fisica di tipo aerobico (le endorfine) ma altri (cortisolo, testosterone, ormone della crescita) che possono favorire, in soggetti predisposti, per esempio l'insorgenza di problematiche di pressione alta o di aumento della glicemia a lungo termine.

-inoltre, nello stato di stress attivato (meccanismo con la principale funzione originaria di salva vita, ma che, per il persistere di fattori stressanti come eventi o traumi psicologici, disagi lavorativi o affettivi, ma anche fatti virali prolungati o errori alimentari persistenti, o per l'intensità di questi, viene attivato in modo continuo, subdolo e alla fine inefficace, con conseguenze deleterie per la nostra salute), i cambiamenti ormonali inizialmente di difesa del nostro organismo diventano controproducenti, con innesco di situazioni pre patologiche o già patologiche di tipo metabolico (diabete per esempio), immunitario (malattie autoimmuni o degenerazioni cellulari tumorali), cardiovascolare (ipertensione arteriosa, aritmie cardiache) o altre ormonali (patologie della ghiandola tiroidea per esempio).

La giusta conoscenza anche solo di questi ritmi quindi, e del loro rispetto, ci aiuta a fare prevenzione e mantenere il nostro stato di salute, o a ritrovarlo. Anche grazie all'aiuto della FITOTERAPIA che, con rimedi di origine vegetale che però si comportano da veri e propri farmaci per la loro efficacia, ci aiutano a riequilibrare per esempio un assetto ormonale perduto, ad agevolare la funzione di "organi spazzini" come intestino, reni e fegato, a riattivare il nostro metabolismo e il sistema immunitario.

Voglio ricordare un ultimo punto importante:
la maggior parte di noi conosce la melatonina come ormone "del sonno": ossia viene dato o auto assunto, con l'obiettivo di farci dormire o combattere l'insonnia. In realtà questo è vero solamente nelle condizioni in cui la produzione pulsatile di questo ormone, fisiologicamente prodotto nel passaggio serale dalla luce al buio, viene a mancare: ossia nel jet-lag. Quello che invece pochissimi conoscono, è che la MELATONINA rappresenta un vero e proprio direttore d'orchestra, per tutti gli altri ormoni del nostro organismo, e che, lo stesso, costituisce uno dei più importanti fattori anti ossidanti e anti tumorali (attraverso il controllo su molecole di infiammazione e di degenerazione cellulare come l'IL10 e l'IMO), rappresentando, assieme al DHEA, un vero e proprio ormone anti-invecchiamento. Il suo uso quindi dovrebbe essere consigliato in tutte quelle condizioni di perdita del ritmo sonno veglia (per esempio nei turnisti), nelle terapia cortisoniche prolungate (la melatonina è il principale "antidoto" infatti del cortisolo, a contrastare l'effetto "infiammatorio cerebrale" di quest'ultimo), nei periodi di convalescenza o di stress prolungato.

Di seguito i principali ormoni presenti nelle diverse fasi di crescita.

In epoca infantile -giovanile:

 Melatonina
 Dopamina (ormone del buon umore, dell'intraprendenza)
 Beta Endorfine
 Estrogeni/progesterone/testosterone
 DHEA (ormone della giovinezza)








In epoca adulta-senile:
Cortisolo (ormone infiammatorio), nel suo rapporto col DHEA
 Noradrenalina
 Insulina (ormone infiammatorio)
 Leptina  (ormone della sazietà)

mercoledì 6 aprile 2016

prossima "incursione" alla radio

sarò con piacere di nuovo in radio oggi, in diretta su RAI RADIO 1, come ospite d'apertura per una nuova trasmissione incentrata su tematiche di cura e prevenzione, a 360°.

Perchè la salute, quella quotidiana, e quella di investimento sul nostro domani, passa per tanti fattori:

-alimentazione
-stress (inteso come già avviato disequilibrio degli ormoni che normalmente ci difendono negli stati di potenziale pericolo, ma che, in situazioni stressanti prolungate o intense, vanno in "tilt", favorendo l'insorgenza di malattie a carico del sistema ormonale stesso, o di quello immunitario e cellulare, o di quello psicologico)
-attività sportiva
-modalità di defaticamento, recupero fisico e mentale
-utilizzo di terapie cosiddette "dolci" (tra le quali la fitoterapia che, in realtà costituiscono veri e propri farmaci e il cui uso dovrebbe essere ben consigliato, ma anche conosciuto da tutti i medici, visto il loro uso sempre più frequente nella popolazione, anche italiana, e i loro possibili effetti collaterali o sinergici con altri farmaci)