venerdì 22 aprile 2016

i falsi miti (l'ipocolesterolemia per forza)


Ogni giorno siamo bombardati da informazioni, più o meno giuste, più o meno veritiere e rispettose della realtà. Troppo spesso e in particolare per quanto riguarda la salute, queste appaiono invece, paradossalmente, approssimative, superficiali e inevitabilmente depersonalizzate, risultando, per questo motivo, quasi sempre fonti di incomprensione o di una sorta di,  terrorismo mediatico. In altro post avevo parlato dell'illusione dei cibi light.
 In occasione del mio intervento nel programma su Radio Rai 1(il Laboratorio del Benessere), ieri ho parlato di quella che molto spesso, rappresenta tristemente una informazione riguardante il colesterolo, non solo approssimativa e perciò sbagliata, ma addirittura controproducente per la salute. Questo accade quando il messaggio che arriva, per quanto riguarda il colesterolo per esempio, è quello che per forza dobbiamo abbassarlo. O meglio, che bisogna abbassarlo se il suo valore è maggiore a 200....
La cosa triste e pericolosa non è che, per dirlo, contestualmente si consiglia l'utilizzo di un probiotico (yogurth); ma il fatto che non distinguendo dal totale il colesterolo "cattivo" (ossia LDL) e quello "buono" (l'HDL), non si dà a chi ascolta, la possibilità di capire e discernere. Dando un messaggio (di avere il colesterolo alto, senza distinzione se questo sia quello buono o quello cattivo)  che, anche nel momento in cui la persona si rivolge al proprio medico, spesso non trova una spiegazione o un chiarimento efficace; portandolo di conseguenza a utilizzare farmaci che abbassano il colesterolo.
Il colesterolo, ci dimentichiamo, è una molecola presente in diversi tessuti del nostro organismo, in particolare nel cervello, fondamentale per alcune funzioni indispensabili: 


  • fa parte integrante delle membrane cellulari: membrane di rivestimento di ogni cellula, la cui fluidità e quindi ottimizzazione di funzione (di scambio di informazioni fisiche, chimiche e elettriche ) dipende dalla formazione strutturale. Oltre alle molecole di colesterolo, che fungono da vere e proprie zattere immerse in questo strato fluido (in cui si trovano altre molecole come proteine etc) adibite al trasporto di informazioni, anche alla qualità dei grassi in essa presenti (fosfolipidi e lipidi di membrana)  si deve la capacità della membrana stessa di svolgere le sue funzioni o meno. Meno "grassi buoni" ci sono e più grassi "sbagliati" (Colesterolo ossidato, grassi saturi, grassi idrogenati) ci sono, più rigida sarà la membrana, e meno funzionale (con conseguenze, per esempio al livello del tessuto cerebrale, di perdita delle capacità cognitive, di neuroastenia o variazioni dell'umore, difficoltà di concentrazione etc)
  •   da esso deriva il capostipite della maggior parte degli ormoni: il PREGNENOLONE. Da cui si formano gli ormoni steroidei (come il CORTISOLO, o ormone salvavita o dello stress), quelli SESSUALI (testosterone, progesterone, estrogeni), l'ormone DHEA (chiamato anche ormone della giovinezza), e la Vit D (considerata, nei recenti studi di medicina preventiva, non solo una vitamina con importanza cruciale nell'assorbimento e metabolismo del calcio, ma vero e proprio ormone con attività antitumorale e anti depressiva).
  • Il colesterolo circolante nel sangue, si trova legato a proteine particolari che, a seconda della loro composizione, si distinguono in VLDL, LDL e HDL. Dagli esami di laboratorio che ognuno di noi può leggere almeno una volta nella vita, si valuta il valore delle ultime due. In particolare, le LDL corrispondono al "colesterolo cattivo" perchè sono quelle che trasportano il colesterolo nei vasi e lo depositano sulle pareti di questi, favorendo la formazione di placche aterosclerotiche (responsabili del restringimento e dell'occlusione dei vasi stessi, all'origine di malattie come infarti e ictus cerebrali); le HDL invece, o "colesterolo buono" hanno l'effetto esattamente opposto, ossia di trasporto del colesterolo dai vasi al fegato, da dove verrà eliminato (attraverso la bile, nell'intestino).
E' chiaro quindi che è indispensabile avere un giusto equilibrio di colesterolo nel sangue e che, solo nel momento in cui prevale quello cattivo, ci si adopererà prendendo la terapia anticolesterolemizzante. Normalmente il rapporto tra colesterolo totale e HDL deve essere inferiore a 5 negli uomini e inferiore a 4,5 nelle donne, indicando, ancora una volta che NON È IL TOTALE AD ESSERE IMPORTANTE, ma il rapporto oppure l'LDL calcolato; esempio: un colesterolo tot di 250 con un HDL di 85, rappresenterà un fattore di rischio di 2,94 (ossia basso); un colesterolo tot di 200, ma con un HDL di 40, si assocerà a un fattore di rischio di 5 (ovvero alto)

Nel prossimo post, come riequilibrare il colesterolo, abbassando quello cattivo e incrementando quello buono. 
            

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