martedì 22 luglio 2014

esercizio fisico e ormoni





l'attivita' fisica, a seconda della tipologia, e della intensità, è uno strumento per produrre ormoni veri e propri, in grado di condizionare la nostra salute, il riequilibrio psico emotivo ed immunitario.

1.Avete mai sentito parlare di quel fenomeno chiamato “euforia del corridore”? Tale è la condizione in cui si ritrova il corridore dopo la sua attività fisica: per attivazione del "sistema oppioide interno" infatti (sistema di recettori del nostro organismo, attivato dagli "oppioidi endogeni", ossia le endorfine), il risultato finale è quello di miglioramento del tono dell'umore e dell'ansia, con riduzione della percezione dello stress  e del dolore. Tale sistema operativo non è altro che la risultante dello stimolo indotto dai nostri oppioidi endogeni (le endorfine che noi produciamo durante l'allenamento) sui recettori, che sono uguali a quelli per le sostanze farmacologiche esogene (morfina per es., sostanza usata come droga e come farmaco) situati a livello del sistema nervoso centrale, e a livello del midollo spinale, senza però gli effetti collaterali! Localizzati nelle diverse aree cerebrali, la loro attivazione comporta una modulazione del senso del piacere e dell'euforia (per azione su zone specifiche del cervello quali l'amigdala - area deputata alla percezione delle emozioni- e del sistema Limbico- nostro Centro cerebrale del Piacere-), del miglioramento del tono del dolore, della percezione e della risoluzione dei problemi (per coinvolgimento delle aree frontali della corteccia cerebrale dove si configurano obiettivi e progetti), e della memoria (ippocampo).

2.L'attivazione con un esercizio fisico di tipo aerobico di grandi masse muscolari, come avviene durante la corsa o il nuoto, promuove la liberazione in circolo di sostanze quali la serotonina e la acetilcolina da parte delle cellule nervose che le producono (gangli della base, mesencefalo etc). Tra le altre funzioni, l'acetilcolina ha anche una azione promuovente “l'allenamento neuronale”: sfavorisce cioè l'evoluzione di tipo degenerativo delle cellule nervose (che avviene invece in processi quali la demenza o i precoci deficit cognitivi). Anche il nostro cervello infatti ha bisogno di "allenarsi": ben si conosce, a questo proposito, l'importanza di uno stile di vita non abitudinario ma, per contro, variato e ricco di stimoli. Di recente, però grande attenzione viene posta nel confronto di alcune sostanze tra cui proprio l'acetilcolina (il cui deficit è implicato in alcuni tipi di demenza), e un altro fattore di crescita quale il BDNF (vedi più avanti), la cui funzione di protezione del nostro cervello, si è visto avere anche un contributo sul nostro DNA: la liberazione di questa sostanza, favorita per esempio appunto da un attività fisica adeguata,  svolge una azione anche di stimolo genetico, nella attivazione di quei geni che contribuiscono a produrla. Si innesca cioè un  meccanismo vizioso ti tipo protettivo e di prevenzione. Si conosce bene invece la funzione della serotonina come anti depressivo e ormone controllore dell'impulso della fame. Studi recenti in ambito delle neuroscienze, dimostrano inoltre che la stessa svolge un ruolo anche nel controllo del livello di anidride carbonica nel sangue: se quest'ultima è in eccesso, tramite la serotonina il centro del respiro viene sollecitato alla iperventilazione e quindi all'espulsione dell'anidride carbonica eccedente (tale processo viene peraltro innescato anche in situazioni di panico o ansia, per attivazione di altri sistemi cerebrali).

3. La mobilizzazione di grandi masse muscolari tipica di alcuni tipologie di attività fisica (corsa, equitazione etc), comporta il rilascio a livello cerebrale, di due sostanze particolarmente importanti per il senso di benessere e per la protezione delle cellule nervose, in generale o dopo eventi dannosi (per esempio di tipo infartuale cerebrale): l'anandamide, chiamata anche molecola della felicità, con azione sul sistema oppiode interno (lo stesso dove agiscono le endorfine), e l’IGF.1 o fattore insulino simile di tipo primo, in grado di stimolare la produzione  del BDNF (o Brain derived neurotrophic factor, neurotrofina ad azione prevalente sull'apprendimento, la memoria, e il pensiero), entrambe con funzione protettiva contro la degenerazione vascolare e della cellula nervosa, tipica della demenza.

Quanto finora riportato si riferisce all'attività fisica di tipo aerobico. Si è visto invece che implementando la durata o l’ intensità dell'esercizio oltre una certa soglia, o eseguendo direttamente una attività fisica di tipo non aerobico (cioè in difetto di ossigeno, praticata con esercizi diversi come pesi, squat, allenamento breve e intenso etc), nella mezz'ora seguente l'esercizio vi è il rilascio di un importante ormone: il GH o ormone della crescita. Questo è primariamente responsabile del consumo di energia per attivazione del metabolismo di tipo anabolico e conseguente incremento della massa muscolare (è cioè l'ormone che aumenta il nostro metabolismo basale, sia direttamente, comportanto un maggior consumo di energia, sia indirettamente favorendo la formazione del muscolo, vero e proprio investimento favorevole del nostro stato metobolico e del nostro sistema immunitario). Inoltre, il superamento di un determinato tempo o sforzo di allenamento, con variabili dipendenti dal sesso e altri parametri, induce un incremento del cortisolo, ormone "salva-vita" , responsabile dell'energia fisica e mentale. Attenzione alla possibilità che l'allenamento intenso non dovrebbe essere fatto nelle ore serali, dove fisiologicamente questo ormone è più basso: potrebbe infatti in tal modo essere favorito uno stato di eccitazione e di conseguente alterazione della qualità del sonno.

Per chi inizia una attività fisica, a scopo defaticante e rasserenante, può bastare inizialmente una passeggiata di 30-45 minuti ( preferibilmente 2-3 volte alla settimana),  sufficiente per indurre il rilascio di Beta endorfine e quindi per dare quella sensazione di piacere che, accanto ad una ritrovata percezione del proprio tono muscolare, rappresenta un inizio molto valido di consapevolizzazione del proprio corpo. Il passo successivo può essere quello di aumentare il tempo di camminata. Subito dopo si potrà  eseguire un allenamento finalizzato ad incrementare la massa muscolare, eseguendo piccoli esercizi di sforzo più intenso e di tipo anaerobico (rappresentato per esempio da flessioni con le braccia, o movimenti di seduta e rialzo in piedi sulle gambe- il cosiddetto squat-o l'utilizzo di pesi): fatto per 5-10 minuti dà già un valido contributo per il rinforzo della massa muscolare. Se inoltre, bastano 20 minuti in media di attività aerobica come la passeggiata veloce dopo il pasto, a ridurre i livelli nel sangue dell'insulina*con conseguente stabilizzazione dei valori di glicemia, gli esercizi di rafforzamento muscolare contribuiscono ad incrementare (nel momento anaerobico) il rilascio di testosterone e di GH.
La scelta di una attività fisica adeguata e individualizzata, può perciò divenire uno strumento, a disposizione di tutti, per riequilibrare il nostro tono dell'umore, le capacità di concentrazione mentale e di progettualizzazione, la nostra forma fisica, il nostro sistema immunitario e..il nostro DNA!
http://cellulite.muscolab.net/immagini/esercizi/squat.jpg
*insulina: ormone deputato al controllo dei valori dello zucchero del sangue; se presente in eccesso o se costantemente alto come nelle condizione di cosidetta "ridotta sensibilità all'insulina" per "spegnimento "dei suoi recettori, come in caso di obesità e sindrome metabolica, diventa uno dei maggiori protagonisti di una sorta di infiammazione latente, responsabile dell'insorgenza di diverse malattie (aumento della pressione arteriosa, malattie cardiovascolari etc). Si è visto che una adeguata attività fisica costante o anche solo il movimento di circa 20 minuti dopo il pasto, per incremento della sensibilità dei tessuti all’insulina stessa, comporta un miglioramento del controllo della glicemia e dello stato di infiammazione. L'ormone Gh liberato in corso di una attività di tipo anaerobio, contribuisce al "risveglio" dei recettori per l'insulina, con conseguente calo in circolo dell'insulina se eccesso (come in caso di patologie).

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