lunedì 14 luglio 2014

detto questo..


Visualizzazione di foto.JPGPartire per le vacanze, staccare dalla frenesia quotidiana, dedicarsi al giusto riposo. L'estate è una stagione che si presta ad assecondare i nostri desideri: stare più tempo all'aria aperta, godersi le giornate lunghe e con esse il piacere della condivisione di un pranzo o di una cena con gli amici o di una gita fuori porta.

La scelta della tipologia di vacanza da fare può essere molto importante per rinfrancare il corpo e..lo spirito.
Non tutti hanno a disposizione molto tempo per le vacanze (nell'arco dell'anno) o grande disponibilità economica, e allora che fare?
La scelta di una vacanza che dia, contemporaneamente, per un week end, o una settimana intera,  la possibilità di riposarsi, di staccare la mente dai pensieri quotidiani, di rasserenarsi e di ritrovare energia e vitalità fisica,  può essere quella di una gita in mezzo alla natura.
Visualizzazione di foto.JPGUna possibilità è rappresentata da una passeggiata per un sentiero di montagna, più o meno impegnativa, prefiggendosi come meta, l'arrivo e la sosta in un rifugio più o meno isolato. Con la percezione e la sensazione di aver messo in uso, per i più pigri, parti del nostri muscoli che era da un pò che non si facevano sentire, e della conseguente sensazione di benessere, ma anche con la possibilità di godere di un panorama mozzafiato, di liberare la mente per immergersi nell'atmosfera della natura circostante, di disintossicarsi dagli odori costretti e inquinati della città, e dei suoi ritmi frenetici. Godendo anche del giusto premio di fine giornata: il piacere di un buon pasto con gli amici, magari con prodotti tipici del luogo, in relax e con soddisfazione.
Un altro aiuto nel ritrovare la giusta carica che meritiamo, come intermezzo dei tanti compiti della vita quotidiana, proviene dall'associare al contatto con la natura, la rottura di nostri schemi mentali, risultato, troppo spesso, di una rigida difesa contro attacchi più o meno volontari verso la nostra autostima o la nostra serenità mentale, che ci vengono dal nostro posto del lavoro, o nella vita sociale. Schemi mentali che ci portano, per esempio, all'illusione di conoscere i nostri limiti e quasi a precederli, assecondandoli in un possibile meccanismo vizioso che può rappresentare, nella nostra quotidianità, un condizionamento anche dei nostri desideri e dei nostri sogni. Quelli più veri, non effimeri e materiali, ma basati su una capacità di crescita, di evoluzione e di continuo confronto con gli altri. Questo è possibile per esempio, scegliendo una vacanza, più o meno lunga, in cui la nostra giornata, l'energia fisica impegnata e quella mentale di defaticamento dai pensieri della vita quotidiana, viene scandita dall'attenzione posta per un animale. Che sia questo di supporto, di guida e complice, nel superamento di piccoli o grandi imprevisti o fatiche di un percorso di montagna o di altro tipo prefissato. Tale è il trekking a cavallo. Dove assieme alla fatica fisica, foriera della liberazione di endorfine, veri e propri ormoni del piacere e della serenità, si impara a riconoscere il rispetto per chi in quel momento ci può aiutare, in uno scambio reciproco di crescita. Al di fuori di noi stessi, a cui invece normalmente siamo abituati a chiedere tutto e anche di più. Sensibilità verso il linguaggio del corpo inteso come gestualità, morbidezza dei movimenti e dolcezza negli atteggiamento quali lo sguardo o le movenze nell'affrontare un determinato percorso di montagna, capacità di liberare emozioni intense nel cavaliere, impegno da parte di questo di numerosi gruppi muscolari: sono queste le caratteristiche che fanno di una "semplice "gita a cavallo una vera e propria medicina per il corpo e per la mente*. Visualizzazione di foto.JPGPermettendoci poi di ripartire la mattina seguente o dopo un pò di giorni, rinfrancati di un pieno di energia positiva, di ritrovata vitalità fisica, e sensazione di gratificazione. Frutto quest'ultima dell'impegno  profuso, leggero, ma sufficiente ad instillarci la ricarica giusta e la percezione che...... possiamo farcela!.A lavorare, una volta rientrati nella normalità della nostra vita quotidiana, con impegno e soddisfazione, anche in attesa della prossima meritata vacanza.

...e "detto questo" di ripartire, più felici e spensierati, verso tutto ciò che ci aspetta.


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Anche pere il Ministero della Salute, di cui si riporta la citazione, l'ippoterapia, o equitazione a scopo terapeutico, ha origine empiriche antiche perché il cavallo, con le sue straordinarie doti di sensibilità, di adattamento, di intelligenza è ritenuto, da sempre, e non a torto, "straordinaria medicina". 
L’uso dell’equitazione a scopo terapeutico ha avuto inizio già nell’opera di Ippocrate di Coo (460-370 a.C.), che consigliava lunghe cavalcate per combattere l'ansia e l'insonnia. Una prima documentazione scientifica sull'argomento risale al 1759, grazie  al medico Giuseppe Benvenuti.
Nel corso dell'equitazione  vengono stimolati, aspetti come la comunicazione, la socialità, la personalità nelle sue sfaccettature quali l'autostima, il superamento di alcune paure etc, l'utilizzo di vari campi della psicofisiologia e della psicomotricità 

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