venerdì 10 novembre 2017

Stress e il sonno: come incidono sull’equilibro ormonale (parte prima)






Tendenza a ingrassare senza sapere il motivo o difficoltà a mantenere stabile il peso? O, ancora, difficoltà di gestione di fami compulsive ?

Alterazioni dell’umore con tendenza all’ansia, attacchi di panico, o difficoltà di concentrazione e di memoria?

Alterazioni del ciclo mestruale, della fertilità o della libido?

Alla base di questi che potrebbero essere solo sintomi, prima ancora che quadri patologici, può essere un CAOS ORMONALE. Non già indotto da qualche primaria patologia, ma da un sovvertimento del programma di controllo generale ormonale (metabolico, sessuale, infiammatorio), gestito dalla ormai nota centralina di tutto che è l’ipofisi.
Come visto in altri articoli, multiple sono le interazioni di questa piccola ghiandolina posta alla base del cervello (sella turcica), con altri sistemi nobili  del nostro organismo, attraverso una continua comunicazione messa in atto da un linguaggio contenente parole diverse che, come per magia, vengono interpretate ubiquitariamente. Così il pre ormone CRH, proveniente dall’ipotalamo (area della corteccia cerebrale punto di afferenza di stimoli diversi che passano all’elaborazione conscia, compresi i sentimenti piuttosto che gli istinti, ma anche gli stimoli olfattivi, gustativi, visivi, auditivi etc), funge da molecola di stimolo immunitario quando interagisce con il linfocita circolante (che diviene quasi una “cellula nervosa liquida”, con secondarie implicazioni interattive con il sistema nervoso e quello dell’umore). Oppure come le citochine infiammatorie (molecole prettamente immunitarie come le Interleuchine, il TNF, Il NfKb) capaci, quando in grandi quantità, di superare la Barriera Emato Encefalica e di indurre una risposta reattiva non solo cellulare (macroglia) ma anche ormonale: condizionando così la produzione o disponibilità di ormoni come il NPY (ormone della fame), i numerosi peptidi bioattivi come la POMC (proopiomelanocortina) precursori degli alfa-melanociti (alfa-MSH), della beta endorfina (controllori a loro volta del sistema immunitario e ossido-riduttivo, e del tono dell’umore) e, per un'altra via, responsabili della disponibilità di  acetilcolina, dopamina e serotonina. Lo stesso binomio ipotalamo (e produzione di pre ormoni) e ipofisi, con (dalla sua parte posteriore) la produzione dell’ormone vasopressina (o Antiduretico) e Ossitocina (ormone del parto ma anche della sensazione di intraprendenza e innamoramento), e (dalla sua parte anteriore) i pre ormoni stimolanti le ghiandole tiroide, sessuali, del metabolismo osseo e muscolare, interagisce continuamente a livello ancora “centrale”, di “regia”.
Diversamente dalla maggior parte delle ghiandole endocrine infatti, , che sono riccamente vascolarizzate (e che attraverso il sangue immettono in circolo i loro prodotti, ossia gli ormoni), l’ipofisi dei mammiferi e in particolare il lobo intermedio con i melanotropi pituitari, appare riccamente alimentata dalla fibre nervose che partono dall’ipotalamo, rappresentando un puro modello di comunicazione Neuro Endocrina, una specie di archetipo del modo di trasdurre l’interfaccia tra i sistemi nervoso centrale e gli effettori endocrini. Questo è confermato anche dal riscontro di numerosi terminali nervosi contenenti dopamina, noradrenalina, acido gamma –ammino –butirrico (GABA) e la serotonina.
Se la liberazione della cascata ormonale dell’ipofisi è regolata dalla sua attivazione per opera dei pre ormoni ipotalamici (o releasing Factor come l’ACTH, il TRH, il GNRH), la sua periodicità circadiana e il conseguente rilascio giorno-notte sono regolati dalla ghiandola pineale (o epifisi), in un meccanismo di inter-sincronizzazione ormonale, indispensabile per la vita.
E’ così che la ”regia” suscettibile a tutti i fattori di stress, di cui scrivevo, è rappresentata da un nobilissimo reticolo neuroendocrino, costituito da ipotalamo, ipofisi e epifisi, a funzionare come da orologio biologico centralizzato. Questa struttura interattiva, ha acquistato, nel corso dell’evoluzione filogenetica, l’adattamento plastico cronologico sintonizzato, tra i sistemi da esso controllati e la variabilità circadiana giorno-notte e le fasi lunari, che viene espresso tramite il rilascio degli ormoni. Nel mammifero uomo, gli impulsi che arrivano agli occhi, a e da l’ipotalamo (nuclei sovra chiasmatici) generano infatti la sintesi ciclica e la secrezione di tutti gli ormoni del nostro organismo, definendo programmi ormonali per cui dalla nascita alla morte, determinate funzioni vengono regolate e sintonizzate, quali quella sessuale (pubertà, fertilità, meno e andropausa), quella metabolica (crescita e sviluppo, differenziazione cellulare, metabolismo di base) e quella dell’invecchiamento cellulare in generale. Tali programmi sono continuamente suscettibili dell’ambiente circostante (stile di vita, alimentazioni, tutti i fattori di stress), che ne condizionano in senso epigenetico la risposta adattativa, più o meno d’equilibrio per la salute.
Il sistema nervoso può modulare il sistema immunitario in  molti modi. Uno dei più convincenti esempi di neuro-immuno-modulazione è l’attivazione della secrezione adrenocorticale che si verifica in risposta a stimoli antigenici o infiammatori. Le cellule immunocompetenti, come abbiamo visto sono coinvolte dall’ormone dell’accrescimento e dalla prolattina. I recettori del GH sono presenti sui linfociti; gli animali deficitari di GH hanno atrofia del timo e sono immunodeficienti ed inoltre la immunodeficienza si corregge in seguito al trattamento con GH. La prolattina, oltre ad essere un essenziale fattore di accrescimento in una linea di cellule linfoidi, si lega a specifici recettori di varie classi di linfociti e ne stimola  la secrezione di citochine. La ciclosporina, una sostanza immunosoppressiva, lega i recettori della prolattina. Il trattamento con bromocriptina, sostanza che inibisce la secrezione di prolattina, migliora l’encefalite sperimentale autoimmune e, limitatamente agli studi condotti nell’uomo, migliora varie malattie autoimmuni incluse la psoriasi, l’iridociclite e l’irite. Gli estrogeni secreti dall’ovaio aumentano l’incidenza delle malattie autoimmuni.
L’integrazione, a livello ipotalamico, di stimoli provenienti dal sistema nervoso, da quello endocrino e da quello immunitario è dunque evidente : l’ipotalamo è il crocevia attraverso il quale gli stimoli cognitivi possono influenzare vari aspetti della patologia internistica (manifestazioni vegetative, patologia tiroidea, funzioni ormonale sessuale, l’apparato cardiovascolare, la coagulazione, la trombolisi, la malattia ulcerosa, l’asma bronchiale, le mesenchimopatie reattive, ecc.).
A determinare la sincronizzazione nella produzione ormonale a partire dall’ipofisi è la ghiandola pineale (o epifisi). La sua protagonista effettrice principale  è la melatonina (ma si è visto che anche altri peptidi giocano a tale livello un ruolo fondamentale e indipendente da questa, come il TRH) ormone che rappresenta un vero e proprio direttore di orchestra di funzioni, in linea con quanto appena descritto, quali:

-metabolica (termoregolazione, metabolismo di base)
-immunitaria (è l’unico ormone in grado di stimolare la produzione di Il 10 midollare, una delle poche citochine anti infiammatorie, attraverso la produzione della molecola MIO o sostanza oppioide indotta dalla melatonina), con importante effetto anti ossidante
-di sincronizzazione ormonale (in sinergia con l’ormone anti invecchiamento DHEA, e in contrasto con il Cortisolo).


Solo il mantenimento della ciclicità di produzione della melatonina, ad opera del suo precursore 5HT (SEROTONINA), nel passaggio da luce a buio, garantisce questa efficacia di funzione pineale.
In situazioni di alterazioni del sonno notturne dovute a:

-frequenti turni notturni
-stato di stress attivato
-alterazioni del sonno quali o quantitative

attraverso la mancata induzione del sonno e/o del passaggio al buio, non verrà prodotta la Melatonina, con conseguente de-sincronizzazione  dei sistemi ormonali, e problematiche che ne derivano.

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