lunedì 24 marzo 2014

l'amore? una questione di chimica. E il cibo?

Sappiamo che l'amore, e soprattutto la fase dell'innamoramento è una questione di chimica.
Risultato dello scambio non solo degli ormoni tra i due partners (ferormoni , liberati in modo diverso e assolutamente individuale), ma anche anche di quel cocktail magico che si sprigiona in ognuno di noi al momento dell'atto sessuale, o anche solo del contatto visivo o olfattivo o tattile con la persona che ci attrae. Così è per l'ossitocina che si associa al desiderio sessuale ma anche al riconoscimento olfattivo del proprio partner o della persona amata; la dopamina, liberata nella fase di attrazione, è l'ormone della intraprendenza, della vitalità e del buon umore; le endorfine: liberate durante l'atto sessuale sono responsabili della sensazione di euforia, di estasi ma anche di capacità identificativa del proprio partner attraverso il suo odore.
Allo stesso modo il cibo che noi assumiamo ogni giorno, è sempre fonte di Piacere o di Frustrazione, di benessere e leggerezza mentale o di stanchezza e apatia.
Come?
Alcuni cibi hanno una loro intrinseca capacità di trasformarsi, una volta ingeriti, in ormoni veri e propri o in "mattoncini" che entrano nella costruzione di sostanze più grandi con funzione a loro volta ormonale o neurotrasmettittoriale (ovvero di sostanza deputata al trasporto e alla produzione di un informazione di carattere nervoso). E' il caso del triptofano liberato dai carboidrati (che diventa serotonina) o dello zucchero e del sapore sapido di alcuni cibi che danno una sorte di soddisfazione (temporanea) per azione al livello del centro cerebrale del piacere.
Sappiamo tutti che mangiare un piatto di pasta dà quel senso di soddisfazione e di felicità: questo accade per il rilascio di quella sostanza, principalmente la serotonina, per antonomasia ormone della serenità. Pochi sanno però che mangiare ogni giorno pasta (come la si intende normalmente, e cioè di farina bianca raffinata), magari associata a un pezzo di pane o altro dolce, può indurre la liberazione di un eccesso di sostanze che direttamente o indirettamente (per alterazione della produzione anche autoctona della serotonina a partire dalle cellule del nostro intestino) portano a una sorta di "infiammazione cerebrale", e proprio di quella sua area deputata alla produzione di emozioni e di aspetti dell'umore (serenità appunto, ma anche apatia mentale, malumore, irritabilità etc). Lo stesso accade per una alimentazione ricca in alimenti precotti o sofisticati, ricchi di sostanze quali edulcoranti o altro (per es il glutammato monosodico) , o di eccesso di zucchero di alcuni alimenti (o di sale di tal altri): a fronte di una iniziale e solo effimera sensazione di piacere, quella più prolungata sarà quella di assuefazione , dipendenza e malumore (per una sorta i cortocircuito tra ormoni del benessere liberati dall'area del cervello e altri pro infiammazione) . Con secondaria frequente sensazione di apatia o di scarsa lucidità mentale o voglia di intraprendere progetti.
Esiste invece la dieta del buon umore: questa sarà composta da alimenti buoni, semplici (cioè non sofisticati), ben distribuiti tra carboidrati, grassi, proteine e zuccheri. Ma soprattutto ricca in alcuni cibi vere e proprie fonti di benessere mentale e fisico. E' il caso per esempio degli acidi grassi omega3, contenuti in alcuni olii e pesci dei mari freddi, alcune vitamine e sali minerali (come il Selenio, il Magnesio etc, contenuto nei cosiddetti semi oleosi come le mandorle, le noci, i frutti di mare), l'acido folico della maggior parte delle verdure  (studiato anche per la sua funzione antidepressiva perchè da esso deriva infatti un fondamentale antidepressivo 
endogeno che è la s.adenosilmetionina), la dopamina liberata come suo precursore da alcuni legumi (le fave) , dal cacao etc.

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