"Nutrire il pianeta" o nutrire l'uomo nel rispetto del pianeta?
Ascoltando (in attesa di andarlo a visitare di persona) il ritornello dell'EXPO 2015, la domanda mi è sorta spontanea, e la risposta forse non è così scontata.
Viviamo in un epoca di contrasti:
Da una parte del mondo un bambino si sveglia, inizia la giornata sapendo che dovrà percorrere un sacco di chilometri a piedi per andare a scuola, felice di farlo. Pur sapendo che probabilmente è fortunato, avendo la possibilità di attingere alla cultura, rispetto ad altri bambini di paesi o città vicine che, non solo non hanno questa possibilità, ma neanche quella di arrivare a fine giornata, saziandosi almeno in un pasto. Forse se li incontrassimo entrambi, li vedremmo con un sorriso stampato in faccia, che tutto fà pensare tranne che a un momento di tristezza, di paura per il futuro o di noia.
Dall'altra parte del mondo, nello stesso momento, un bambino si sveglia per andare a scuola, facendo i capricci perchè se non ha proprio quel tipo di biscotto con quella forma e quel gusto (quasi sicuramente troppo ricco in grassi sbagliati) e quel mezzo litro di latte, non fà colazione o minaccia di non andare a scuola. Oppure, se siamo già in tempo di vacanze estive, fà i capricci finchè, fermandosi sotto l'ombrellone, invece che andare a nuotare o a giocare, si accartoccia su se stesso e una macro porzione di lasagna o di spaghetti.
Poco importa che lo spaghetto o la lasagna possa essere considerato un cibo "DOC" italiano, assieme al pomodoro; poco importa che probabilmente quella lasagna è stata fatta in due minuti riscaldandola al micro onde per fare prima (..anche in vacanza); poco importa che quel pasto fatto al caldo, porterà velocemente ad "abbioccare" il bambino e ad impigrirlo ulteriormente o a "stancarlo" privandolo di energia, ma non perchè ha corso tutta la mattina giocando con gli amici all'aria aperta, ma semplicemente perchè ha mangiato un cibo, non sbagliato di per sè, ma sbagliato per lui e per quel momento.
Neanche la responsabilità fosse di quel bambino, e non dei genitori troppo presi con la loro golosità o mancanza di tempo per dedicare la giusta attenzione alla scelta e quindi alla qualità del cibo per la famiglia.
Una reclame sentita l'altro giorno recita: "perchè per noi italiani, MANGIARE, non è solo...mangiare".
A sottolineare il fatto, sacrosanto e verissimo, che il cibo non è e non deve essere solo abitudine, distrazione dalla noia, o sfogo nervoso. Bensì, piacere, momento di condivisione con gli amici o i cari o anche "solo" atto di amore dedicato alla propria famiglia o al proprio figlio, espresso nella cura e nella attenzione dedicata alla preparazione di quella pietanza.
Prima, fino a un ottantina di anni fa, massimo un secolo (quindo non molto), si moriva, anche da questa parte del mondo, per MALNUTRIZIONE. Non c'erano le materie prime, e tanto meno il lusso di poterle scegliere. E subentravano le malattie infettive. Ora, si muore, paradossalmente, per MALNUTRIZIONE: ci sono troppi cibi, e troppo raffinati, il cui arraffamento smisurato e non selettivo, tra gli scaffali del supermercato, dettato da una "voglia" di qualcosa piuttosto che da una vera necessità o semplicemente fame, porta, già nell'età infantile, anche nel nostro Paese, ad uno spaventoso incremento del numero di obesità, nei bambini, e, negli adulti, ad un numero di complicazioni di salute legate alle cosiddette "malattie del benessere" (diabete mellito, malattie cardiovascolari, ma anche tumorali etc).
La realtà però, probabilmente, è che "non è colpa di nessuno", se non di una onda di abitudini e di retaggi culturali, che continua imperterrita nella direzione sbagliata, se non interviene il giusto "argine". Come può essere la giusta informazione, la giusta curiosità, la giusta modalità economica che permetta a noi tutti di scegliere un alimento con libertà, invece che pensandolo come ad un lusso che, "si, mi regalo in questa giornata, a discapito di qualcos'altro".
Allora, accanto alle più innovative e quasi fantasiose associazione gatro-culturali, come chef e tipo di vestito, colore del piatto e significato filosofico, o nuova dieta di tendenza e arredamento adeguato, forse un aiuto in più ci potrebbe venire da occasioni come queste. Dove l'EXPO non sia solo una fiera di esposizione degli alimenti, meravigliosi, di cui è ricca la nostra terra, ma anche l'occasione per fornire l'informazione giusta, e la sensibilizzazione verso questo reale problema attuale che riguarda la nostra salute.
Pur sapendo che la felicità, passa anche per quello che mangiamo. E, se possibile, nel rispetto del pianeta dove viviamo.
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